Arturo Santillo a Palazzo Ducale - Genova





Dal 27 aprile al 16 maggio 2011, il Palazzo Ducale, ospita nella Sala Liguria una mostra personale dell'artista genovese Arturo Santillo caratterizzata da alcune grandi opere su tela e ceramiche.

L'inquietudine esistenziale viene affrontata da Santillo mediante un tratto pittorico lieve che esalta la bellezza dei corpi e che interroga il senso e la narrazione dell'eterno percorso di espiazione e di resurrezione nell'aspirazione alla purezza ed alla leggerezza dell'ascensione.

    Nascita di Adamo olio su tela cm 100 x 120
Nascita di Adamo - olio su tela cm. 100 x 120

Piatto maiolica incisa diametro cm 60
Piatto maiolica incisa diametro cm. 60

Piatto maiolica incisione diametro cm 60
Piatto maiolica incisione diametro cm. 60





Silvia Campese scrive di Santillo: «L’opera di Arturo Santillo capovolge e reinterpreta la concezione di "Bello Ideale” winckelmanniano. Pur richiamando, nella perfezione e bellezza dei corpi, un modello neoclassico, dove la proporzione delle forme rispecchia l’equilibrio interiore, anche nei sentimenti più drammatici, la sua opera è dominata da un senso di indefinito e metafisico mistero».

Così lo interpreta Silvia Campese: «La bellezza ideale, dunque, costituisce l’occasione per l’ingresso in una dimensione estremamente complessa dove letteratura, religione e sentimento assumono una valenza universale e arcaica quanto la storia dell’uomo. La scrittura, spesso utilizzata quale ideogramma, rappresenta il senso eterno del bisogno di comunicazione dell’uomo. Allo stesso modo, la religiosità acquista una valenza laica e simbolica: esperienza comune a ogni civiltà, la fede è anelito proprio dell’uomo in una lettura prima ancora antropologica che di fede».

E poi prosegue: «Allo stesso modo è affrontato il tema della morte. La sapienza tecnica si intreccia al contenuto in un attento studio in cui il corpo appare dormiente, appena abbandonato dalla vita, in una tensione muscolare ancora legata alla carne. Dopo la contrazione nel dolore, l’abbandono in una dimensione che non è dato comprendere a chi sta intorno. Mute, le figure nell’opera di Santillo attraversano un proprio travaglio che supera il concetto di Kalokagathia verso una nuova ricerca, "non conoscendo da parte degli dei nè bene nè male”».


Arturo Santillo e Silvia Campese
    
La presentazione della Personale


Il folto pubblico nelle sale espositive


Santillo ascolta attentamente le parole dell'amico pittore




Santillo espone le sue tematiche artistiche




Santillo dialoga con alcuni amici




Una visitatrice si congratula con Santillo




Un abbraccio con l'amico artista




Una foto con amici artisti